Condivisione sull’esperienza di catechesi

Ipirá – Brasil 24 novembre 2017

Carissimi, un saluto da Ipirá – Bahia, nel giorno di San Prospero, accompagnando la festa nella nostra città di Reggio.

Continuo a scrivere qualche lettera per rendervi partecipi del percorso della nostra missione in Brasile.

Una sfida grande per noi in questi anni è la catechesi. L’impostazione fino ad ora è: si fanno due anni di catechesi per celebrare la prima comunione; poi (a partire dall’adolescenza, 14 anni) due anni di catechesi per ricevere il sacramento della Cresima. Questa la struttura che ho trovato.

I vescovi del Brasile hanno avuto la felice ispirazione di proporre qualcosa che possa incidere maggiormente per la formazione di un’identitá Cristiana.
Sono usciti due documenti interessanti della CNBB (i vescovi del Brasile), del 2015 e 2017, affrontando il tema dell’Iniziazione Cristiana in generale, e della Catechesi come processo di ispirazione catecumenale che entra nel percorso di iniziazione alla vita cristiana.

La maggioranza delle persone vengono per battezzare i figli, ma senza una vita Cristiana.
Un buon gruppo di ragazzini vengono per la “prima comunione” e alcuni, non moltissimi, per la Cresima-Confermazione.

Che cosa cambia – o dovrebbe cambiare?
Abbiamo inserito incontri periodici con genitori e padrini e un maggior coinvolgimento dei ragazzi nella liturgia della comunità (ci sono tappe nel percorso, celebrate con liturgie nella cappella della comunità, assieme alla consegna del Credo, del Padre Nostro, al segno di croce …). Catechesi come iniziazione, come percorso per entrare nella vita cristiana assumendone tutte le dimensioni.

La catechesi era uno spazio a sé, isolato, questione dei ragazzi e catechisti … ora sta diventando una realtà maggiormente inserita nella comunità e nelle famiglie. Stiamo tentando di spiegare che la catechesi non è per fare la Prima Comunione, ma per la vita eucarística, e che la prima comunione non è più importante delle altre … per ora con scarsi risultati! L’abitudine di decenni è difficile da scalfire, ma saremo perseveranti nel proporre un nuovo modello. Così come è difficile introdurre l’idea che la catechesi è continua, non solo di due anni per ricevere un sacramento; nostra intenzione è dare
continuità negli anni, ma non è nella mentalità delle persone e troviamo difficoltà nel trovare catechisti per percorsi continui: mi rendo conto che, vista la situazione, ci sarà bisogno di molti anni di lavoro, e non in tutte le zone raggiungeremo la meta di una catechesi continua, ma non manca la spinta a darsi da fare.

Abbiamo formato una commissione di catechesi con alcuni catechisti che aiutano in questo processo nuovo. Qualcuno ha partecipato alla Scuola Catechetica della diocesi di Feira, impegnativa (due anni) e ben fatta, così che alcuni catechisti vanno nelle regioni della parrocchia per fare gli incontri di formazione agli altri catechisti. Anche questa cosa non è facile da accettare: i catechisti si aspettano per la formazione un prete o una religiosa e non sempre accettano i laici come formatori … ma stiamo accompagnando questo processo per cambiare lentamente la mentalità e la prassi.

È veramente complesso introdurre qualcosa di nuovo in una cultura tendenzialmente conservatrice; soprattutto quando si richiede un maggior impegno e non il semplice self-service religioso. Vedremo come si evolve la situazione. Per ora siamo molto contenti perché stiamo già vedendo segnali positivi nelle comunità.

Abbiamo vissuto un momento molto bello per la Giornata Mondiale dei Giovani diocesana, questo anno celebrata a Ipirá. Tanti giovani delle parrocchie della diocesi si sono radunati qui da noi, per un giorno di festa. Su facebook abbiamo un’ampia rassegna di fotografie.

Arriverà anche una mia lettera per i sacerdote della diocesi, per condividere la mia esperienza attuale, invitando a non chiudere il cuore ad eventuali chiamate missionarie.

Un abbraccio, don Gabriele Burani, Ipirá – Bahia – Brasil